Momenti significativi della vita al nido.
INSERIMENTO - ACCOGLIENZA
Le educatrici del Peter Pan preparano un “progetto di accoglienza” in cui predispongono l’ambiente per mettere a proprio agio i genitori e per lasciare spazio alla conoscenza del nido da parte dei bambini. Saper accogliere con gentilezza è la condizione principale per iniziare l’ambientamento. La centralità di un unico stile di lavoro caratterizzato “dall’accoglienza” è cruciale fin dal primo incontro con i genitori, momento importantissimo per gli educatori, per la famiglia e per i bambini. Per noi accogliere i bambini al nido significa accogliere tutta la famiglia alla quale viene offerto un clima di cordialità di dialogo aperto e di reciproca fiducia. Le educatrici sono consapevoli che un ambiente nuovo e che non si conosce può mettere a disagio, può indurre ansia o timore. Riteniamo pertanto importante permettere ai genitori di entrare in sintonia con la struttura fornendo la maggior quantità possibile di informazioni, offrendo l’immagine concreta di una situazione consolidata capace di esprimere sicurezza e qualità. L’ambientamento rappresenta il momento in cui si pongono le basi per un rapporto sereno con le famiglie evidenziando il significato della collaborazione che si va ad instaurare tra questi due microsistemi.
È cura del nostro personale educativo far sì che durante tutto il percorso educativo al nido ogni famiglia viva e respiri un costante clima di accoglienza, di apertura, di ascolto, di dialogo e di supporto.
RELAZIONE EDUCATORE - BAMBINO
Per crescere un bambino deve sentirsi protetto e amato, ma deve anche poter giocare esplorare, sperimentare. La scelta di relazione si basa su un’idea di bambino competente attivo che impara dall’esperienza e dalle interazioni con gli adulti e bambini, e sulla considerazione che il bambino ha una crescita soddisfacente quando vi è integrazione tra corpo-mente-emozioni”
La professionalità dell’educatore al nido va emergendo da un’approfondita riflessione sul mondo dell’infanzia e dei suoi bisogni di conoscenza, comunicazione ed espressione. Questo è il primo passo per riuscire a gestire il processo educativo in termini pedagogico-didattici. Al contempo deve maturare una buona capacità di mediazione tra la cultura e il vissuto del bambino, deve possedere una buona capacità di mettersi in gioco e di ripensarsi continuamente alla luce delle esperienze fatte e dei possibili errori commessi. Deve essere capace di collaborare con i colleghi, le famiglie e soprattutto con le risorse presenti sul territorio. Si delinea pertanto una professionalità che si esplica in un saper essere, un sapere, un saper fare.
LE ROUTINE
Le routine al nido sono legate al soddisfacimento dei bisogni fisiologici, si riferiscono anche all'entrata e all'uscita e sono proposte al bambino secondo modalità, tempi piuttosto omogenei regolari permettendogli di orientarsi e avere imprevedibilità degli eventi.
Routine significa riferirsi a ai seguenti momenti della vita nido
· momenti organizzativi (entrata e uscita)
· momenti di cura personale (igiene alimentazione riposo)
· momenti funzionali per la vita del servizio (organizzazione di spazi gestione dei materiali)
· alcuni tipi di giochi proposti frequentemente al bambino.
Le routine si realizzano attraverso gesti di cura intenzionali che l’equipe educativa compie quotidianamente. L’entrata e l’uscita del bambino del nido segnano la separazione ed il ricongiungimento con la famiglia. Dal modo con cui il bambino ha superato i suoi primi distacchi elabora la sicurezza per la vita futura. Lasciarsi per il genitore e per il bambino è sempre impegnativo per ambedue. E’ importante che le educatrici rispettino i bisogni e i ritmi di ogni singola coppia bambino-genitore offrendo un ambiente caldo ed accogliente ed un atteggiamento affettuoso e rassicurante. Sono anche molto importanti i piccoli rituali dell’accoglienza, l’uso degli oggetti transizionali in modo da ritualizzare il distacco. Altrettanto importante è il ricongiungimento durante il quale l’educatrice restituisce alla madre l’esperienza del bambino al nido attraverso il racconto di ciò che è avvenuto in sua assenza.
IL MOMENTO DEL PASTO
Favorisce sia l’autonomia del bambino che il rapporto interpersonale con l’educatrice che interviene quando lo vede in difficoltà. Si sviluppano anche le capacità di attesa, di assumere una giusta postura, l’emulazione dell’altro, la scoperta dei sapori, dei profumi, dei colori e soprattutto della convivialità. La fretta è bandita mentre è agevolata nel bambino la possibilità di fare da solo, di imboccarsi, di toccare il cibo e sperimentare nuovi sapori. La condivisione del cibo e delle chiacchiere a tavolo favoriscono il piacere di stare insieme. Gradualmente bambini e bambine imparano a gestire cibi, a mangiare e a bere da soli seduti a tavola. Gli educatori promuovono una corretta educazione alimentare.
IL CAMBIO
Il momento del cambio e della pulizia della persona si ripete più volte nell’arco della giornata e segue anch’esso un rituale del tutto particolare. È il momento di massima intimità individuale tra il bambino e l’educatrice. Questa offre al bambino la propria disponibilità affettiva attraverso gesti e parole che comunicano benessere sicurezza nel rispetto del piccolo. Per i bambini il cambio è fatto di gioco sul fasciatoio, di possibilità di toccare i barattoli di talco, di crema, e dell’abilità dell’educatore di trasmettere con le mani attraverso questa interazione, carezze e coccole.
I bambini semidivezzi dai 13 mesi circa ai 2 anni vanno in bagno a piccoli gruppi e vengono cambiati dall’educatrice con le stesse attenzioni offerte ai lattanti. I più grandi di oltre due anni sono spronati ad una vera e propria indipendenza per svestirsi, vestirsi e per l’igiene personale (si lavano le mani ed il viso) ed utilizzano i servizi igienici. A nostro parere .ci sembra importante che come in tutti i momenti di cura, sia agevolata la tranquillità del fare con calma, lasciando al bambino ampia possibilità di sperimentare da solo tutte le sue capacità.
Nel nido proponiamo un ambiente sereno tranquillo e rassicurante che permette al bambino di lasciarsi andare. A seconda dell’età e dei bisogni dei singoli bambini, si mettono in atto varie strategie nel rispetto dei rituali e delle abitudini quali per es. il ciuccio o gli oggetti transizionali. L’educatore sta accanto al bambino, lo accarezza e lo culla, canta ninne nanne o brevi storie con un tono di voce rilassante. Il risveglio è mediato dall’educatrice che lo agevola attraverso momenti calmi, facendo tornare la luce gradualmente rispettando i ritmi di ciascun bambino. Per i più piccini la ritualità del sonno segue schemi molto più individualizzati, per loro infatti il passaggio dalle braccia cullanti dell’educatrice al lettino non ha un tempo predefinito ma si realizza gradualmente e serenamente.
Durante questo momento della giornata occorre creare nel nido un’atmosfera tranquilla e rilassante per non alimentare nel bambino una sensazione di “ansia d’attesa” del proprio familiare. Questo momento permette ai familiari e alle educatrici di interloquire tra di loro scambiandosi informazioni e ponendo domande sull’andamento della giornata appena trascorsa.
LA NOSTRA GIORNATA TIPO
I GRUPPI DEI BAMBINI AL NIDO SONO:
LATTANTI (0-12 mesi), SEMIDIVEZZI (12-24 mesi) e DIVEZZI (24-36 mesi).